StudioIn vuole promuovere la socializzazione delle persone all’interno di spazi accoglienti e salutari perché siamo convinti che il costante ricorso a relazioni digitali provochi un impoverimento delle persone e della società nel suo complesso. Senza voler assolutamente demonizzare la tecnologia, che produce innumerevoli benefici nella vita di tutti noi, è bene però rendersi conto di quanto l’uso estremo dello schermo di un pc/telefono/tablet porti con sé importanti conseguenze che possono sfociare in vere e proprie dipendenze.
Una delle paure “nuove” che sta sempre più emergendo è infatti la “nomophobia” (contrazione di no-mobile-phone phobia) che consiste nella sindrome da disconnessione cioè di trovarsi senza cellulare che è collegata alla FOMO (fear of missing out, la paura di perderci qualcosa) che ci spinge a controllare lo schermo almeno 200 volte al giorno.
La crescente dipendenza dal cellulare/pc/tablet porta con sé problemi fisici e psicologici.
Per quanto riguarda le problematiche fisiche i principali problemi riguardano la cervicale (si parla di Text Neck per indicare il dolore cervicale causato dal tenere il collo inclinato a 45° ai 60° per guardare lo schermo del cellulare) e gli occhi che sono sottoposti a tremendi sforzi nel mettere a fuoco costantemente le immagini che scorrono sul cellulare producendo così forti mal di testa.
Sul versante psicologico le implicazioni sono poi innumerevoli, basti pensare che secondo la psicologa Jean M Twenge dell’Università di San Diego, negli adolescenti che fanno largo utilizzo dei dispositivi elettronici il rischio di depressione aumenta del 27% e quello del suicidio del 35%. Non stupisce quindi che si stiano sviluppando sempre più studi sulle dipendenze da internet che probabilmente sfoceranno nella creazione di una specifica sezione nel futuro DSM.
In tutto questo quadro allarmante fa veramente sorridere che sia la stessa tecnologia a cercare di contenere il problema con lo sviluppo di apposite app che aiutano a limitare l’uso del cellulare tanto che Apple fornisce di default nei recenti iPhone una funzione denominata “Tempo di Utilizzo” che fornisce all’utente dei dati su quanto il cellulare viene usato e permette di impostare delle particolari limitazioni legate alle varie app o semplicemente al tempo/ora di utilizzo del device stesso.
Per uscire da questo circolo vizioso in cui la tecnologia cerca di proteggerci dalla tecnologia stessa avvinghiandoci sempre di più ad essa, StudioIn vuole favorire un aumento delle relazioni in presenza per promuovere il benessere psicofisico della comunità sociale di cui fa parte.
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