È ormai conclamato da molti studi di Psicologia Ambientale che un ambiente lavorativo organizzato influisca positivamente sulla salute, sulle interazioni e sulla motivazione dei dipendenti. Questi 3 aspetti interconnessi tra di loro sfociano in una maggior produttività, risultando quindi strategica per ciascuna azienda la creazione e la gestione di ambienti efficienti e sani che non si esauriscano nel fornire soltanto postazioni ergonomiche ai propri lavoratori.

Ma cosa vuol dire in pratica avere un ambiente di lavoro organizzato?

Apparecchiature disposte in maniera funzionale ed accessibile

Il classico esempio è la stampante che si trova lontana dalla postazione di lavoro ed obbliga il lavoratore a doversi continuamente alzare perdendo tempo prezioso.

Avere un ambiente ordinato dove le cose sono a loro posto.

Questo aspetto parte dalla gestione della propria scrivania e culmina nella gestione delle cose comuni come può essere riporre al proprio posto fascicoli e documenti che vengono utilizzati anche da altre persone

Dare la possibilità al singolo lavoratore di disporre di un ambiente privato

Secondo recenti ricerche ambienti openspace offrono l’opportunità ad interazioni tra le varie persone, ma al tempo stesso incrementano esponenzialmente le fonti di distrazione. Quindi se è vero che sono importanti area comuni dove le persone possono incontrarsi e “fare gruppo” è altrettanto vero che vi è sempre più una ricerca di ambienti dove potersi concentrare senza continue interruzioni. In quest’ottica uffici individuali o composti da pochi componenti di un team sono la soluzione migliore perché riducono i livelli di inquinamento acustico e perché permettono al singolo di potersi esprimere più liberamente, senza preoccuparsi ad esempio della sensazione che nella stanza tutti sentono ed ascoltano cosa dice al telefono

Poter fare affidamento su una struttura efficiente

Il day by day di qualsiasi attività lavorativa è costellato da imprevisti che possono bloccare le attività lavorative se non vi è una struttura alle spalle pronta a prendersi in carico i problemi. Il toner si esaurisce, la stampante si inceppa, la connessione internet e telefonica salta, il condizionatore va in blocco il 15 luglio alle 14 con 40° o il riscaldamento si rompe a febbraio con le nostre mani che si gelano. Tutti questi esempi sono solo una parte di ciò che accade e il compito dell’organizzazione è quello di lavorare affinché tutto ciò venga prevenuto o affrontato celermente quando i problemi si presentano

Attenzione al Biophilic Design

Secondo i docenti di Biourbanistica Antonio Caperna e Stefano Serafini il Biophilic Design è quel modo di progettare che va incontro alla nostra innata necessità di restare connessi alla vita e ai processi vitali. Questo si declina nell’utilizzo di piante all’interno dell’ambiente lavorativo, di materiali naturali (su tutti il legno) e della presenza di ampie vetrate che permettano alla luce naturale di entrare all’interno dei nostri ambienti.

Attenzione alla sicurezza

L’esperienza del Covid-19 ha posto un maggiore accento alle tematiche relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro non soltanto in termini di prevenzione degli infortuni (che comunque risultano ancora estremamente numerosi), ma anche di attenzione alla sanificazione e pulizia degli ambienti. Se infatti prima della pandemia la pulizia degli ambienti era un aspetto che tutti si aspettavano, ma che in realtà alla fine era talvolta gestita superficialmente, adesso dopo 2 anni di pandemia questo aspetto è diventato centrale e c’è da aspettarsi che lo sia anche dopo la fine dell’emergenza.

Tutti questi aspetti insieme concorrono ad aumentare il benessere e quindi la produttività delle persone che vi lavorano all’interno e vanno naturalmente inquadrati all’interno di un ampio sistema di gestione delle risorse umane e di clima organizzativo.